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Monty Dick risale dagli abissi della Prima Repubblica – Trevvor Riley |
Corporeus corpora si imbarca sul Pequod (quello originale, mica la bolsa casa editrice…) alla caccia di Monty Dick, il nuovo balenottero bianco, nei mari perigliosi della rete e della memoria… chez Dagospia
Cosa pensavano (e pensano) di lui tanti patrigni della Patria, alla sagra del grigiore…
I dati dell’esperienza di Monti nel triennio 1989-1992, governo Andreotti.
Due parole di troppo su Oscar Luigi Scalfaro…
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Riccardi e Casini |
Novembre del 2011: quel genio di Castagnetti organizza una mostra rivoluzionaria, dedicata alla “Democrazia Cristiana per l’unità d’Italia”, al tempio di Adriano.
E’ l’occasione più splendida per la nomenklatura democristiana di ripercorrere le proprie radici, però giubilando dei nuovi polloni appena spuntati: un tronco che pensavamo finalmente inaridito e sterile sorprende e fa entusiasmare invece i barbogi che vedrete. Quei polloni son tutti nel campo di Mario Monti. “E’ finita la diaspora”, dirà Casini… ma la parola passa al
Cafonalino democristiano di Dagospia, di cui riproponiamo estratti salienti (e qualche foto):
Il neo ministro alla Cooperazione internazionale e all’integrazione Andrea Riccardi sceglie come prima uscita pubblica nella nuova veste il Tempio di Adriano dove si e’ inaugurata la mostra ‘Democrazia cristiana per l’Italia unita’, organizzata da Pierluigi Castagnetti. Al suo arrivo lo accolgono scroscianti applausi e risponde cosi’ ai giornalisti che gli chiedono se stia cominciando una nuova avventura: “Speriamo. O forse e’ la vecchia che continua”
E’ storia, e’ cronaca: non si capisce. Complice il giuramento di un esecutivo Monti che qui, a patto di anonimato, considerano “un monocolore Dc” o comunque nella migliore e piu’ prestigiosa scia dell’impegno dei cattolici in politica.
Il primo effetto del governo Monti? “La fine della diaspora Dc” esulta Casini e a guardare la platea nell’antico edificio non si puo’ non dargli ragione… ci sono davvero quasi tutti, al punto che qualche giovane appassionato di fantascienza sceglie una perifrasi da ‘Blade runner: “Ho ‘rivisto’ cose che voi umani…’
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Bianco, Pisanu, Riccardi |
Dunque, un primo e non definitivo elenco deve registrare: con il padrone di casa Pierluigi Castagnetti (per via dell’Associazione ‘I popolari’ che organizza il tutto), ci sono Emilio Colombo, Nicola Mancino, Guido Bodrato, Gerardo Bianco, Beppe Pisanu, Antonello Soro, Giampaolo D’Andrea, Paolo Cirino Pomicino, Arnaldo Forlani, Silvia Costa, Rosy Bindi, Mariapia Garavaglia, Mauro Cuturfo, Bruno Tabacci, Dario Franceschini, Giuseppe Fioroni con l’ex presidente del Senato (e sono gia’ due con Mancino) Franco Marini, Lorenzo Cesa, Rocco Buttiglione, Savino Pezzotta, Enzo Carra..
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Colombo e De Mita |
Non puo’ mancare Massimiliano Cencelli, autore dello storico vademecum sul peso di ministeri, presidenze, sottosegretariati nella spartizione dei posti di governo.
De Mita filosofeggia: “La storia non si ripete, ma noi ci rifacciamo al pensiero dei Popolari guidati da Sturzo” e’ la conclusione del suo intervento. Tocca a Forlani, che fa quello che sa fare meglio, se stesso: “Con De Mita, in verita’, andavamo d’accordo anche quando non andavamo d’accordo”. Poi, al cronista che cerca di scucirgli un commento sulla squadra di Monti dice: “Non l’ho ancora vista”.
Ma nascera’ la Terza Repubblica? “Vedremo”. Piu’ sbilanciato qualche vecchio insider del partito che fu: “Altroche’: e’ nato un monocolore democristiano” e il riferimento non e’ alla sala del Tempio di Adriano, ma a quella delle Feste del Quirinale. E poi c’e’ Cencelli, che si riserva la stilettata finale: “Senza contare che al governo di socialisti non ce n’e’ nemmeno uno…”. Sono soddisfazioni, dicono nella Capitale.
Tutto ciò non fa che completare quanto accennato nella prima
“Antologia montiana” , ovvero la continguità notevolissima del premier con la gestione del potere economico e finanziario della prima, politicissima Repubblica: Cirino Pomicino confermava, infatti, come Mario Monti fosse il suo braccio destro, quando il primo era ministro del Bilancio del penultimo governo Andreotti, cioè dal 1989 al 1992.
Ma vediamo le performance di Monti all’epoca, in quella posizione chiave.
Il debito pubblico al momento dell’insediamento di Cirino Pomicino e del professor Monti al ministero del Bilancio ammontava a 553 miliardi, 140 milioni e 900 mila euro attualizzati ad oggi.
Quando entrambi hanno finito il lavoro nel giugno 1992 il debito pubblico italiano era salito alla cifra di 799 miliardi, 500 milioni e 700 mila euro.
La differenza assoluta è stata un incremento di 246 miliardi, 359 milioni e 800 mila euro.
In termini percentuali la crescita del debito pubblico sotto i saggi consigli di Monti è stata del 44,53% in tre anni, ed è fra i record assoluti della storia della Repubblica italiana.
Senza tema di smentite, potremmo dire che il rigoroso apolitico Mario Monti di oggi era il Monti Mario sperperone politicone di ieri…
Ma non finisce qui. Alla raggelante riunione ricordata da Dagospia nel novembre del 2011 spicca, tra i pochissimi altri, un grande assente: Oscar Luigi Scalfaro.
Probabile non fosse in condizioni di recarvisi: egli morirà infatti nel Gennaio 2012 ed a lui va il rispetto che spetta ai morti. Come è giusto che sia.
Ma Mario Monti, nel necrologio a lui dedicato, va oltre. Ben oltre anche il Papa, che
già lo definisce “fedele servitore delle istituzioni e uomo di fede”.
… Fu protagonista illustre della vita politica e istituzionale italiana ed esempio luminoso di coerenza ideale e di integrità morale.
Con il suo incessante impegno, contribui’ fin dall’Assemblea Costituente alla nascita e alla crescita della nostra Repubblica.
Negli incarichi di Governo, di Presidente della Camera e di Capo dello Stato, Oscar Luigi Scalfaro ha difeso costantemente i valori fondanti della Repubblica contenuti nella Carta Costituzionale, dandone testimonianza con la sua azione ed il suo rigore a tutti gli italiani, in particolare ai giovani, invitando sempre a custodire gelosamente tali valori.
Nel novembre scorso, appena assunto l’incarico di presidente tenni ad esprimergli personalmente i sentimenti di gratitudine per l’esempio da lui offerto nel servire la cosa pubblica …
Bene, ricordiamo nuovamente che almeno nel triennio 1989-1992,
Governo Andreotti, Mario Monti era proprio lì. A differenza di questa ultima compagine (e con sommo dispiacere di Cencelli, immaginiamo) non si trattava allora di “monocolore DC”, ma di bicolore socialista… con De Michelis agli esteri e Martelli guardasigilli.
E proprio da questo ultimo esponente socialista tocca ripartire.
Laddove non vi fosse già capitato, suggeriamo caldamente la consultazione di
“esempio luminoso di coerenza ideale e di integrità morale”?
“ha difeso costantemente i valori fondanti della Repubblica contenuti nella Carta Costituzionale, dandone testimonianza con la sua azione ed il suo rigore a tutti gli italiani, in particolare ai giovani, invitando sempre a custodire gelosamente tali valori.”?
“appena assunto l’incarico di presidente tenni ad esprimergli personalmente i sentimenti di gratitudine per l’esempio da lui offerto”?
Se tra i valori fondanti della Repubblica italiana c’è la contiguità, la convivenza con la Mafia, si, allora ci siamo.
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Forze neonate in pericolo… |
Credo altri commenti siano superflui. La pretesa di vedere come “nuovo” e capace di trasformazione chi fu pienamente e contestualmente all’interno di tali ingranaggi – nel suo campo non opponendosi all’ampliamento devastante del debito pubblico, nel complesso non sapendo nulla di ciò che avveniva al dicastero a fianco, dimostrando ben poco acume e capacità, o peggio, sapendo e non dicendo, dimostrando altro – è davvero insostenibile.
Mi auguro che alcune forze politiche neonate si guardino bene da accordi elettorali viziati all’origine, fatti con partiti trasformisti sprovvisti di ogni concezione di libertà, uguaglianza, trasparenza, legalità, merito, democrazia, progresso, laicità.
Responsabili, come si è letto, del declino, non potranno certo arrestarlo.