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Corporeus corpora suggerisce "Il portaborse" e comincia dalla cacca per arrivare al cuore del problema ottobre 3, 2012

Il simpatico logo del blog “Il portaborse”

Al blog de “Il portaborse” potete accedere da QUI.

La descrizione è incoraggiante:

Il portaborse è nelle stanze del potere. Conosce segreti. E’ informato sulle indiscrezioni. Sa prima degli altri cose che accadranno.Di solito è muto come un pesce. Stavolta s’è rotto e ha deciso di parlare.

Oggi ve lo presentiamo degnamente mediante uno dei suoi memorabili scoop di ambito romano: “Il party della merda”

Roma, nun cambi mai… (filmato a seguire)
Diciamo la verità, di un portaborse così si sentiva da tempo il bisogno. Un occhio indiscreto e cinico che raccontasse ai profani, ai non politici o affini, ai non romani, le fantasmagoriche trovate della casta, inventate per sfuggire alla noia, epater le burgeois, far girare un pò de sordi e dare sfogo al pessimo gusto coltivato da secoli nella capitale della società dei magnaccioni.
Approfittiamo del suo ultimo scoop per suggerirvi di visitarlo, prima o poi. Ma meglio prima. Di che parliamo? Ma della festa della merda, amici lettori e lettrici.
All’ingresso del felice party…

Non siete stati invitati? Meglio così, nessun rimpianto. Il perchè lo evinciamo prima dalle parole e poi dalle immagini del notevole scoop di costume (abbassato, aggiungeremmo) postato dal nostro portaborse preferito, da cui la seguente introduzione:

Uno pensa: dopo tutto quello che è accaduto trionferà un po’ di sobrietà. Macché. Roma è la città che tutto digerisce nel giro di qualche ora.
Se il consigliere regionale Carlo De Romanis si era reso protagonista di una festa in costumi greco-romani, appena ieri sera un’altra consigliera regionale, era a un’altra festa supertrash in cui la protagonista stavolta era la merda. […]

All’ingresso della casa di palazzo Ferrajoli, di fronte palazzo Chigi dove abita il sobrio Monti, ecco due cessi all’ingresso a dare il benvenuto agli arrivati…

natura morta: vetusto playboy e due carampane

Il party, voluto dal vetusto playboy ed imprenditore Pazzaglia, effigiato in compagnia di due vecchie carampane che, dalla TV di Stato e non, ci tormentano da anni, si presentava come sfogo iperkitsch contro la malapolitica che ci ha messo tutti nella merda. Non sto qui a sprecare parole che suggeriscano come probabilmente tutti gli astanti, inclusi gli organizzatori, fossero di rito romano (Pazzaglia, Cancellieri, De Blank, Carmen Russo e via discorrendo) e pertanto i loro danari siano, quasi certamente, anch’essi di stretta derivazione politica… Ne spreco invece sulla partecipazione straordinaria di una giovane donna che fa politica a Roma, la consigliera regionale Veronica Cappellaro, che il corsera così dipinge :

la signora bionda in abitino da night-club […] Veronica Cappellaro dai Monti Parioli, di anni 31, strettissimo rito berlusconiano, per il Pdl presidente della commissione Cultura alla Regione Lazio con questo curriculum: sei anni al consiglio municipale e poi paracadutata (non è una metafora) al Consiglio regionale, a 13 mila euro netti al mese (un figlio, avuto da Luca Pompei, nipote di donna Assunta Almirante, l’ha chiamato Piersilvio; un altro figlio l’ha invece avuto da Francesco Pasquali, finiano, pure lui consigliere regionale).
 (N.d.A. Fabrizio Roncone si dimostra conoscitore del volgo e dell’inclito, night inclusi)

La consigliera, imbucata alla festa, risponde in seguito a domande sulla sua partecipazione all’evento di dubbio gusto dall’alto della posizione di presidente della commissione cultura della Regione Lazio. Ecco qualche stralcio:
Veronica Cappellaro stile night

Signora Cappellaro, le è sembrato opportuno partecipare a quella festa? La festa era organizzata in sfregio a voi politici. «Embè? Perché, non è vero che stamo tutti nella merda?». Senta…
«Pure lei, non creda, pure lei è nella merda se è costretto a chiedermi di quella festa, invece di farmi domande sulla mia importante attività alla Regione Lazio…».
Allora devo chiederle come e perché, con i soldi del suo gruppo, soldi pubblici, ha speso 1.080 euro per una serie di ritratti fotografici, 17 mila euro per una serie di cene da «Pasqualino al Colosseo» e 8.800 euro per un aperitivo al «Bar Martini»: perché? «Ah, vabbé… No, dico: mi vuole mettere in croce per un aperitivo?».

Il maestoso curriculum, l’eleganza raffinata ed insieme originale, la consapevolezza del significato del proprio ruolo e del valore del danaro ci restituiscono un quadro esatto della selezione operata dalla classe dirigente del Lazio, ma in primis dalla cittadinanza laziale, nei confronti delle candidature. Ovvero, il cuore del problema.
Per confermarci nell’opinione, non posso omettere ulteriore testimonianza dell’attività politica ed intellettuale della dottoressa e presidentessa Cappellaro, colta da una tv locale nell’innocente tentativo di intervistarla riguardo ad una tematica trattata nel consiglio a cui degnamente la biondissima Veronica appartiene:
Premesso che non nutro alcuna personale antipatia, anzi forse un pò di tenerezza e pena, per la suddetta dottoressa, consigliera e presidentessa, è però evidente non solo che ella legga, ma che buona parte del significato del testo le sfugga. Si comprende dall’enfasi e poggiature “sbagliate”.
Ora, possibile che nella città del Belli e di Trilussa, degli oriundi Flaiano e Gadda, nella capitale che ospita er mejo della cultura e dell’informazione nazionale nessuno abbia fatto obiezioni a tali candidature, che non vi siano giornali satirici che commentino con lazzi e frizzi queste uscite? Sarebbe bello qualcuno capitasse qui e commentasse che vi sono invece, che c’è una reazione, una dialettica, un rigetto… ma ho i miei dubbi. Sino a prova contraria, popolazione e mondo culturale romano (e non solo) paiono assolutamente quiescenti, pertanto corresponsabili, di queste scelte insostenibili della politica locale. Pecunia non olet, temo…
Vorrei però concludere in risata, evidenziando come certo gusto per stravizio e fecalità sia una tradizione capitolina di lunghissimo periodo, risalenti forse agli stessi Trimalcione ed Apicio.
Ecco a voi il filmato da cui è tratta la foto in apertura: in compagnia della supposta belva umana, la signorina Silvani nel 1981 si diverte pazzamente, alla medesima maniera di marchesi, imprenditori, attrici, soubrettes, politici presenti alla festa di palazzo Ferrajoli del 2012. In uno dei passaggi più trivialmente divertenti della cinematografia italiana degli ultimi 40 anni.
Buona visione: