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notiziole agosto 30, 2012

Apriamo una piccola parentesi in questo marasma di roba che la questione Ilva ci scarica addosso, oggi parliamo di altro, sebbene brevemente.

 

Ieri c’erano due notizie meritevoli di attenzione.

Qui a Corporeus Corpora siamo rimasti impressionati dalla Kafkiana vicenda giudiziaria abbattutasi su Kim Dotcom, avevamo anche pensato di occuparcene.
Ebbene nonostante quella vicenda la notizia di ieri è che l’operatore Maxxo ha integrato BitTorrent nei suoi servizi.
Maxxo, per chi non lo sapesse, offre un  servizio per cui l’utente può depositare sui loro server i suoi file ingombranti (filmati, fotografie, musica) e accedervi dal suo computer sulla scrivania di casa, dal suo laptop sulle sue ginocchia mentre viaggia in treno, dal suo telefonino mentre sorbisce il caffé al tavolino.
Ebbene l’aggiunta di cui parliamo è quella per cui gli utenti di Maxxo possono affidargli un torrent; Maxxo si occuperà di scaricarlo e farlo trovare pronto sui loro apparecchi.
A questo punto ci assale il dubbio che non tutti i lettori di Corporeus Corpora sappiano cos’è un torrent.
Ci occuperemo di spiegarlo in un altro post, siate pazienti.
Pochi mesi fa una applicazione simile sviluppata per Dropbox (un servizio simile leader del settore) era stata bloccata con l’argomento che avrebbe incoraggiato comportamenti illegali degli utenti.
Maxxo sente probabilmente l’urgenza di farsi spazio in un settore di mercato già ben frequentato e offre così una soluzione unica, per ora.
E la responsabilità di eventuali comportamenti illegali la declina e la indirizza verso i soggetti personalmente responsabili dei comportamenti in questione.
Probabilmente in questo assistito dal fatto che nel caso di Maxxo l’utente sceglie espressamente che la condivisione di un suo file sia limitata ad una cerchia di amici oppure sia disponibile urbi et orbi
Qui dovremmo spendere qualche parola su questa tendenza che è invalsa per cui si tutelano alcuni interessi di fatto rinunciando alla sede deputata alle tutele dei diritti, il processo.
E’ l’impianto de “la democrazia sono io”, che leggemmo nelle parole di Rupert Murdoch per primo.
Per cui aziende private (i provider) devono occuparsi di monitorare e reprimere alcuni comportamenti  sulla base del fatto che detti comportamenti sono ritenuti lesivi da alcuni (i titolari dei diritti). Diritto, equo processo e terzietà di chi dirime le questioni sembra siano rimaste esotiche fissazioni culturaloidi di alcuni mattacchioni.
MAXXO

Per non parlare del fatto che il preteso governo del fenomeno del peer to peer viene discusso in sedute di diplomazia segreta.

Ci era già capitato di sfiorare la questione della sensibilità del mondo occidentale alle sue questioni fondanti, a proposito della Siria e dell’ONU.
Insomma stiamo accumulando materiali per altri 100 anni di pubblicazioni su Corporeus Corpora.
Comunque Maxxo offre 5 Gb di spazio agli account gratuiti e la possibilità di mettere “in lavorazione” due torrent contemporaneamente. I lettori di Corporeus Corpora possono provare ed eventualemente farci sapere.
Nell’intanto possiamo passare alla prossima novità. Sembra che per la prima volta un grande broadcaster abbia tenuto conto del peer to peer nelle sue mosse.
L’australiana ABC ha deciso di rendere disponibile la serie Doctor Who sul suo servizio iView appena dopo la diffusione di quest’ultima nell’etere del Regno Unito.
Accadeva infatti comunemente che utenti di paesi in cui alcune serie venivano trasmesse le registravano e le rendevano disponibili on line, anche illegalmente.
Così le platee potenziali in altri paesi del mondo potevano accedere a quei contenuti senza attendere i tempi di programmazione delle ottuse non lungimiranti organizzazioni dei broadcaster.
In questo modo si fa strada nel mercato la nuova priorità che non è più la disponibilità tout court dei contenuti, quanto piuttosto la qualità della cosiddetta experience nell’accedervi.
Non so se il servizio di catch up sia a pagamento e se ABC riesca a ricavare qualche profitto, direttamente o no, da questa iniziativa.
Tuttavia è uno sviluppo interessante, staremo a vedere.
Naturalmente l’interesse di Corporeus Corpora per i modelli emergenti di distribuzione di contenuti televisivi ha meno a che fare con al tecnologia e più con la politica.
Ma anche di questo parleremo in seguito, forse.